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27-30 maggio 2025, Fiera Milano (Italia)

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I primi 60 anni di Farmo Res
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I primi 60 anni di Farmo Res

 

Con sede nel cuore della Romagna, FARMO RES è ancora una realtà a conduzione familiare. Fondata da Massimo Armetti, l'azienda è ora guidata dai suoi figli, Andrea e Matteo Armetti, che ricoprono rispettivamente i ruoli di direttore amministrativo e direttore tecnico.

Farmo Res è attiva da oltre 60 anni sul mercato mondiale della termoformatura, producendo macchine automatiche per il confezionamento di prodotti farmaceutici, spaziando dal confezionamento di fiale, flaconi, siringhe, fino alle macchine a formatura verticale per il confezionamento di supposte, ovuli e monodose. Ne parla Davide Forti, direttore commerciale di FARMO RES.

“Siamo nati a Milano negli anni ‘50” esordisce Forti “come reparto meccanico di un’azienda che si occupava di cartotecnica, specializzata in stampa di astucci. Per noi il 2024 è un anno importante in cui festeggiamo i 60 anni dal primo brevetto di termoformatura depositato. Il fondatore, Massimo Armetti, aveva 24 anni quando ebbe l’idea di brevettare delle termoformatrici uniche nel loro genere, capaci di trasformare le bobine di polistirolo in un cassonetto termoformato per l’imballaggio e protezione delle fiale. Da lì abbiamo iniziato a fornire tutte le case farmaceutiche prima nel milanese, poi in Italia e infine in Europa. Dopo il successo degli anni '70, le tensioni politiche a Milano hanno spinto l’azienda verso una nuova sede produttiva a Cervia, dove Farmografica è stata trasferita con i settori cartotecnico e meccanico. Nel 1985 è nata FARMO RES, risultato della separazione tra parte meccanica e parte carto-tecnica. Partono così le prime collaborazioni con altre aziende del mondo del packaging e della packaging valley Bolognese, che oggi sono leader nel mondo.

La nostra scelta di mantenere la piena autonomia attraverso la creazione di una rete di vendita indipendente, pur collaborando attivamente con i leader del mercato, ci consente di sviluppare e far crescere il nostro business sia in Italia che all'estero, guidati dalla passione per il nostro lavoro."

 

Obiettivo Pharmintech 2025

 

In fiera porteremo una macchina termoformatrice per produrre una confezione realizzata in PET riciclato e che carica siringhe grazie a un caricatore innovativo, che limita il contatto del vetro tra le siringhe” conclude Forti. “Siamo a Pharmintech dalla prima edizione, quando con la vicinanza di Bologna e la presenza dei grossi gruppi per noi l’efficacia della fiera era massima. A Milano, la convergenza con IPACK-IMA permette di dialogare con diversi mercati e le rappresentanze di buyer esteri, rendendo la manifestazione un punto di riferimento. La fiera per noi è una vetrina importante che permette di mostrare la nostra spinta verso l’innovazione, incontrando i clienti italiani: non dimentichiamo infatti il ruolo che ricopre nel farmaceutico il nostro paese, che per Farmo Res vale una buona parte del fatturato. Guardando all’estero, stiamo puntando molto agli USA dove, insieme a un partner, abbiamo appena aperto una filiale. In Europa siamo presenti in tutti i paesi e stiamo investendo per essere più presenti in Sud America e in India. Serviamo in sostanza clienti multinazionali che hanno produzioni in tutto il mondo, anche se gli headquarter sono in Europa o negli Stati Uniti.”

 

Progettazione interna al 100% e sempre più automazione

 

Parlando del core business aziendale, Forti prosegue: “Dopo il primo brevetto del ’64, che ci permette ancora oggi di essere leader nella termoformatura orizzontale per cassonetti per fiale, flaconi e siringhe, ne sono seguiti altri, tra cui uno particolarmente rilevante sulla formatura dell’alluminio per le supposte. Questo tipo di macchine rappresenta una parte importante del nostro range in un mercato quasi interamente costituito da concorrenti italiani. Il nostro range di macchine non si limita alla termoformatura, ma si concentra soprattutto sull’automazione. Le nostre macchine sono infatti dotate di caricatori automatici con tecnologia avanzata, ma produciamo anche sistemi di automazione per altre applicazioni. Il nostro sviluppo abbraccia vari ambiti, ma è completamente interno a Farmo Res, dove progettiamo ogni aspetto, dalla parte meccanica a quella elettrica, fino al software.

La fotografia del mercato, infine, indica una crescente domanda di automazione per sostituire i controlli manuali. Per rispondere a questa necessità, abbiamo progettato e adattato alle nostre esigenze una serie di sistemi di visione, creando il pacchetto Farmo Vision, sviluppato internamente per il controllo dell’intero processo e la completezza dei prodotti confezionati. Questo include automazione e robotica con l'obiettivo di eliminare le attività ripetitive svolte dall'uomo, permettendogli di concentrarsi su compiti più qualificati."

 

PPWR e sostenibilità

 

I recenti sviluppi regolamentari in ambito europeo hanno aperto un ampio dibattito nel mondo del confezionamento, con un focus particolare sulle percentuali di riciclato, tema che tocca anche Farmo Res, per quanto, in questa fase, in misura limitata.

“Guardando al PPWR,” prosegue Forti, “abbiamo seguito con attenzione gli sviluppi nel settore del beverage. Questo segmento, per una serie di caratteristiche di fruizione del prodotto, è simile al nostro e il mercato si sta chiaramente orientando verso l'uso del PET riciclato. L'uso di un farmaco genera rifiuti di plastica molto limitati, e bisogna considerare che il packaging farmaceutico è fondamentale per la protezione del prodotto. Pertanto, riteniamo che l'approccio più logico sia quello adottato nel settore delle bevande e degli alimenti, utilizzando PET riciclato dove possibile, poiché è un materiale circolare. Non va dimenticato che anche la produzione di carta ha un impatto significativo, sebbene la forestazione responsabile possa compensarlo. Per quanto riguarda le bioplastiche, inoltre, la coltivazione di canna da zucchero o mais ha un impatto sulla sostenibilità sociale, vista l'inevitabile riconversione dei terreni agricoli.”

Ultima riflessione sull’uso della carta, che produce polveri spesso difficili da gestire. Nel 2000 abbiamo sviluppato macchine balconate, con i gruppi a sbalzo perché la farmaceutica richiede ispezionabilità e pulizia, oltre alla visibilità del processo, qualità che oggi rischiano di essere inutili di fronte alla richiesta di produrre siringhe in ambiente controllato per poi inserirle in un cartone.”